giovedì 16 maggio 2013

Ristorante La Rambla: porcini e prodotti tipici per tutti i gusti


Cosa si può provare a La Rambla? Ecco un breve saggio riassuntivo di bontà.

«Oggi c'era: prosciutto crudo e scamorza, risotto crema di noci e funghi porcini, stinco di maiale con patate al forno, torta della nonna con caldarroste, il tutto innaffiato con il buon vino rosso della casa.» Si tratta dello stralcio di una recensione che un utente ha postato su Tripadvisor in relazione alla sua esperienza presso il ristorante di Roccamonfina La Rambla.

Questa recensione, o meglio questo stralcio, ha un grosso significato, perché racchiude qualcosa di profondamente significativo per ciò che La Rambla incarna. Qui infatti le parole d'ordine sono: prodotti tipici. 

In un mondo tendente sempre più alla globalizzazione, in cui sembra essersi smarrito il senso vero delle cose, presi dalla frenesia del tempo che scivola via in fretta, tutti abbiamo bisogno di ridiventare padroni del nostro tempo. E il modo migliore per farlo è riappropriarsi della genuinità, di un modo antico di agire, che passa anche e soprattutto per la buona tavola.

Presso il ristorante La Rambla si trovano infatti moltissimi piatti e prodotti tipici della tradizione campana, a partire dalla pizza, passando per la mozzarella di bufala, l'olio d'oliva prodotto localmente, le castagne e naturalmente anche i funghi porcini, delizia di onnivori, vegetariani e vegani: non importa quale filosofia si sia voluto abbracciare, i funghi porcini mettono sempre d'accordo tutti e in fondo nessuno può litigare con la bocca piena.

L'importanza dei prodotti tipici tradizionali è davvero tanta: il nostro corpo ha bisogno di nutrimento e il nutrimento passa solo per alimenti che siano sani, preparati con cura e dedizione. Questa è una caratteristica che abbonda presso il ristorante La Rambla, in cui si possono trovare tutti questi prodotti citati, e magari innaffiati da tanto e buon vino locale.

Un discorso a parte meritano i funghi porcini, di cui pullulano i boschi circostanti. L'arte di scegliere i funghi non è certo qualcosa di poco conto. E la natura non l'ha certo resa facile. Ma affidarsi agli esperti, in questo caso coloro che fanno parte dello staff de La Rambla, è sempre utile e costituisce una semplice risposta a un interrogativo non troppo facile.

Sono tanti i piatti in cui si potranno trovare i funghi porcini presso La Rambla: l'offerta è variegata e cerca di venire incontro ai gusti del pubblico. Per il resto, bisogna provare. E magari ritornare.

mercoledì 13 marzo 2013

Cos'è la mozzarella di bufala?

La mozzarella di bufala è un tipico prodotto della Campania, in particolare delle province di Caserta e Salerno. Si tratta di un prodotto caseario che si ottiene dalla cagliata del latte munto dalle bufale, precedentemente allevate all'uopo in condizione semilibera.
La produzione funziona in questo modo: il latte delle bufale viene consegnato al caseificio entro 16 ore dalla mungitura, viene riscaldato a una temperatura compresa tra i 33 e i 36 gradi e a esso vengono aggiunti dei fermenti naturali che permettono di ottenere la cagliata, che va tenuta nel siero per cinque ore e passata in acqua a 95 gradi. Da qui si ottiene la mozzarella, che può assumere diverse forme, secondo le differenti lavorazioni e i diversi tagli, forme nelle quali si presenta sulla nostra tavola: dalla "ciliegia" alla treccia di mozzarella, fino alla cosiddetta ragazza obesa di Mondragone.

I bufali non sono però degli animali storicamente collocati in Italia, ma addirittura neppure originari del continente europeo, bensì di quello asiatico, e allora come ci sono arrivati in Campania? Ci sono molte scuole di pensiero: una delle più probabili ipotesi colloca i bufali (e naturalmente le bufale) come animali portati dai Saraceni, popolo che ebbe una lunga e intensa storia nel meridione d'Italia, lasciando di sé profonde testimonianze culturali. Altri storici fanno invece risalire l'invenzione della mozzarella ai Normanni, anch'essi stabili a lungo nel Regno di Napoli e portatori di prosperità e cultura. La mozzarella di bufala è oggi un prodotto a Denominazione di Origine Protetta (DOP), che quindi è legato al luogo di produzione, come è, per esempio, in particolare l'agro aversano e l’alto casertano.

Ma a parte la storia e le tecniche di produzione, c'è qualcosa di inconfondibile che caratterizza la mozzarella di bufala. È quel sapore, quel sapore di sud, di casa, di cose buone e genuine, quello stesso sapore che spinge Claudio Bisio nel film “Benvenuti al sud” a tradire il suo gorgonzola industriale per la mozzarella di bufala campana, quell'emozione della mozzarella calda di prima mattina, bianca come il latte e come la neve, che ti si scioglie in bocca e vorresti quasi fermarti, trattenere il gusto sul palato, perché non finisca più. E, last but not least, la mozzarella di bufala si presta a moltissimi utilizzi in cucina, dai ripieni alla sempre classica caprese, fino alla mozzarella in carrozza con gli avanzi del giorno dopo.

«E le uova come ce le facciamo, così, senza niente? Una mozzarella! Feli', le uova vanno fatte con la mozzarella. Tu chiedi mezzo chilo di mozzarella d'Aversa, freschissima, assicurati che sia buona. Tu prendi la mozzarella tra due dita, così, premi la mozzarella, e se cola il latte, la prendi, se no, desisti.» 
(Eduardo Scarpetta, per bocca di Totò in “Miseria e nobiltà”)